Vedo che in mia assenza avete "sparlato" bene di me!
Ebbene, cari amici miei, avete visto giusto!!! Si tratta di un ambito geologico misto. Innanzitutto, leggendo da wikipedia le informazioni su questo complesso vulcanico (da leggere come Rossi direbbe questa parola) ho imparato che si trova tra zone importanti sia dal punto di vista storico-geologico: diciamo che è nel mezzo tra i Monti della Tolfa, i Colli Albani e i Monti Volsini, sedi di antiche e bellissime città etrusche, come anche sito del primo espansionismo romano (dannati romani!!). Per farvi inquadrare meglio la zona, mi sembra opportuno far notare che il Lago Bracciano è nato dallo sprofondamento del tetto del vulcano più importante che c'era. Il rempimento della caldera con acque piovane ha dato origine al lago.
Nella foto che hai messo sono esemplificati benissimo i 3 momenti geologici principali, corrispondenti ad altrettante attività: partendo dal basso (gli strati a pacchi, per intenderci) si hanno rocce sedimentarie, poi metamorfiche da contatto e infine magmatiche. Ma andiamo con ordine.
Le rocce sedimentarie sono suddivise al loro interno con una serie di strati orizzontali, che per la precisione sono 5:
1 - Quello su cui cresce quella bella pianticella in basso a destra, dovrebbe essere un deposito alluvionale di piattaforma continentale, magari frutto di un antico fiume della zona con carattere torrentizio (quindi con alta competenza, ossia capacità di erodere e trasportare detriti, associata ad un bacino idrografico piuttosto ampio; forse si tratta dell'antico corso del Tevere, ma è un'ipotesi azzardata). Qualcuno sa definirmi quella pianticella?
2 - Deposito di particelle verosimilmente meno grossolane, dato lo spessore minuto. A questa risoluzione non si può dire molto però, perchè potrebbero anche essere granuli più grandi ma associati a un fenomeno sedimentario meno potente e più dilazionato nel tempo.
Ce l'hai un'ingrandimento di questa foto, Sarah? Oppure lo riesci a fare a computer, magari zoomando e ingrandendo limitatamente il particolare?
3 - Come l'1
4 - Come il 2
5 - Questo strato è molto più potente degli altri ed ha un colore più biancastro, il che significa povertà d'ossigeno libero tra i minerali, quindi qualcosa di meno organico rispetto agli strati 1 e 3. Molto probabilmente si tratta in tutti e 5 i casi di sedimenti ricchi in carbonati di calcio, classificabili quindi come argilliti* calcarenitiche**.
Perchè povertà di ossigeno? L'unica risposta che mi sento di dare è che lo strato bianco sia il risultato di un evento parossistico di piena fluviale, che abbia portato a mare molti più sedimenti del normale; il loro peso notevole li ha quindi compattati facendo fuoriuscire in un arco di tempo abbastanza breve la maggior parte dell'ossigeno libero, mentre quasi tutte le sostanze organiche rimasero in sospensione a causa dell'elevata velocità presa dai sedimenti in colata. Per questo motivo il sedimento, nel trasformarsi in roccia, non si è ossidato*** e non ha cambiato colore nel tempo.
* Argilliti = riferimento alla grandezza dei granuli; si vede a occhio che non si tratta di ghiaie, nè di sabbie, ma non si può dire se siano argilliti, siltiti o limi. Verosimilmente non si tratta di limi perchè, date le loro quasi inconsistenti dimensioni, restano in sospensione molto a lungo e si depositano lontano dalla linea di costa, mentre qui siamo in piattaforma continentale a media distanza dalla costa (sui 100-200m).
SCALA DI DIMENSIONE DEI SEDIMENTI E CORRISPONDENTE ROCCIA:
- Ghiaie -----> Ruditi o brecce
- Sabbie -----> Areniti e arenarie (non ricordo quale dei due sia il termine generale e quale quello specifico, mi rivolgo a Salvatore per risolvere il dubbio)
- Argille -----> Argilliti
- Silt -----> Siltiti
- Limi -----> raramente subiscono diagenesi (formano rocce coese), data la facilità con cui vengono sempre mobilizzati
**Calcarenitiche = riferimento alla composizione delle rocce sedimentarie, che possono essere carbonatiche, silicee o miste (che è quel che questo termine con 2 asterischi significa)
***Ossidato = riferimento ai cambiamenti di colore che le rocce sedimentarie (e non solo) possono avere: se hanno zonature rosse è quasi sicuramente dovuto a ossidazione del ferro, se hanno invece zonature nere è probabile che ci sia manganese ossidato. Bisogna comunque fare attenzione perchè nelle rocce magmatiche, se una zona rossa o nera presenta una forma delimitata cristalliforme, può non trattarsi di ossidazione ma di un minerale ben preciso (come limonite o anfiboli nel caso rispettivamente di rocce effusive vicine a fonti idrotermali e di tonaliti/graniti). Diagnostiche sono in questi casi le "onde" nelle zone nere o rosse, indicanti fluidi ricchi di minerali che si sono ossidati dopo esser venuti a contatto con la roccia già solida fessurata.
Passando all'ambito metamorfico, si nota che il 5° strato sedimentario (quello bianco, per intenderci) ha nella parte sommitale un iscurimento notevole, e subito sopra ci sono rocce che per ora definisco vulcaniche: questo è metamorfismo che i sedimenti hanno subito al contatto con la prima eruzione della zona, databile sui 600 kaf*. Si possono chiaramente vedere punti in cui il sedimento bianco è "entrato" nella parte più scura. A dire il vero, si trattava del sedimento 5 che poi, però, ha subito in maniera non uniforme un metamorfismo da contatto che ne ha cambiato la composizione (e quindi la litologia) nella parte superiore.
*kaf = si indicano così le migliaia di anni:
Maf ---> miliardi di anni fa
maf ---> milioni " "
kaf ---> migliaia " "
Infine, la zona magmatica presenta due diverse parti, una a piroclastiti e piccole bombe, l'altra a tufi con fessurazione colonnare: e qui si spiegano le fasi del magmatismo etrusco tardo pleistocenico. In basso, a contatto con la roccia metamorfica, abbiamo le testimonianze delle prime eruzioni, in cui il paleosuolo si gonfiò fino a scoppiare per la concentrazione di gas nelle camere magmatiche sottostanti e dando origine ai veri e propri vulcani che ora si trovano riempiti d'acqua (laghi di Bracciano, Nemi, Vico, Lesina, Bolsena ecc). Queste esplosioni furono accompaganate da cadute di ceneri e bombe e con colate piroclastiche come tutti i vulcani acidi* hanno.
Inframmezzate alle esplosioni parossistiche ci sono momenti di piccole esplosioni che non arrecano danni consistenti e periodi seguenti di ricaricamento e inattività, quelli più pericolosi; durante questi periodi, dice inoltre wikipedia (ma qui non si nota), si trovano tracce di antichi suoli**, segno dell'alta fertilità del substrato vulcanico.
Proprio qualche giorno fa io e alcuni miei amici del liceo parlavamo delle fasi del Vesuvio e del fatto che ora sia in un momento di ricarica e che possa scoppiare da un momento all'altro.
Regolarizzato il ciclo vulcanico, al di sopra delle ceneri e delle piroclastiti abbiamo una vera e propria colata (nube ardente) che, essendo a contatto con l'aria relativamente fredda esterna, si è contratta notevolmente dando la caratteristica fessurazione colonnare. Questi si chiamano, con una parola generalizzante e non classificativa, tufi. E proprio questi tufi furono ampiamente impiegati dagli Etruschi per costruire necropoli, città e strade. Pensate solo se la società etrusca non fosse stata organizzata a città stato, il mondo di oggi, e soprattutto l'Italia, sarebbe stato completamente diverso: Roma non avrebbe potuto conquistare Veio nel 396 a.C., prima espansione romana della storia. E da lì non sarebbe nato tutto l'espansionismo romano che 4 secoli dopo portò alla nascita dell'impero mediterraneo più vasto di tutti i tempi.
Piccola nota storica
*Acido = il vulcanismo si divide in basico, intermedio e acido, dipendentemente dalla quantità si silice che è presente nel magma; più silice c'è (magmatismo acido), maggiore è la viscosità del magma, maggiore è il carattere esplosivo dei vulcani interessati.
Per fare un esempio chiaro a tutti, il Vesuvio e l'Etna, pur essendo vicini, hanno l'uno un magmatismo acido e l'altro un magmatismo intermedio tendente al basico. Il motivo di questo cambio di composizione (e quindi di provenienza) dei due magmi così vicini, così come il loro incredibile mancato mescolamento, sono da tempo oggetto di studi approfonditi; la causa dovrebbe in ogni caso essere di tipo tettonico: due celle convettive diverse giungerebbero a contatto più o meno sotto la Calabria, ossia a mezza via tra i due vulcani così vicini eppure così diversi.
La diversa direzione di convezione sarebbe la causa dell'immiscibilità dei due magmi.
**Suolo = per suolo non si intende comunemente il terreno su cui si cammina, ma una zona prima di tutto fertile, in cui, andando in profondità, si riconoscono vari orizzonti, come O ed A (fertili) e via dicendo. Una colata lavica, quindi, nel momento in cui è solida e in cui le prime piante iniziano a nascere, non è da considerarsi suolo, ma solo un substrato favorevole alla vita. Quando le piante hanno avuto una serie di cicli biologici per cui, sopra le rocce vulcaniche, si creano uno o più strati organici (gli orizzonti di cui parlavo poco fa), allora si può parlare di suolo. Il processo che porta alla formazione di un suolo è detto PEDOGENESI.
Ultima nota storica: prima dell'eruzione del 44 d.C., il Vesuvio era alto più di 3000m, ora è a quota 1279. Una futura eruzione dello stesso calibro potrebbe addirittura farlo sprofondare sotto il livello del mare, facendo scomparire più di metà Napoli. Speriamo di no