Sarà andato a male anche il progetto retribuito, sigh
Però ci sono segnalazioni anche in zone non protette, in cui un salto si può fare senza autorizzazioni (leggi campi in cui si può andare di notte, magari non da soli perchè non si sa mai quale multiforme mutazione di
Homo sapiens possa saltare fuori...
).
Ed allora ieri, fattomi prestare l'idrofono, in quattro e quattr'otto, con un amico "anfibio", si va a Pelobati. Seguendo la seguente massima. Se gli smeraldini sono lì che si danno da fare proprio ora, non penso che ai pelobati queste condizioni atmosferiche facciano poi schifo!.
Di foto non ne abbiamo fatte, era notte fonda ed eravamo troppo impegnati a marciare in prima e fermarci ad ogni movimento nell'erba dei viottoli, ma niente, "solo" rospi smeraldini, e nemmeno tanti poi. Le raganelle indicavano con precisione specchi d'acqua di una certa dimensione, probabili chiari da caccia, da cui cantavano a tutto volume insieme ai flautati smeraldini, nitticore e cavalieri d'italia e chissà quali altri ancora...
Ma la pianura romagnola non è posto da naturalisti, vien da pensare, perchè subito ecco un paese. Uffa, dico io, torniamo indietro. Ma no: si sentono raganelle anche qui. E grazie a loro, ed all'intuito di chi è cresciuto in una periferia allagata dalle piogge, troviamo uno stagno temporaneo poco profondo, in quello che sembra un futuro cantiere, o per ora uno spiazzo ben allagato ed accessibile. Gli smeraldini sono abbastanza piccoli, tutti quasi della medesima taglia, e le minuscole raganelle sopra acqua si fanno sentire. Con l'idrofono sotto si sentono strani canti di rilascio, chissà di chi sono, probabilmente di raganella, e gli stridii di Corixe eccetera.
Un'auto rallenta, vede dove abbiamo parcheggiato, e dal il finestrino aperto ci guarda una signora, preoccupata sì, ma anche allarmata. Meglio spiegare che siamo inviati dal Museo di Ferrara (mica vero, l'autorizzazione non l'avevamo!) e che cerchaimo anfibi. Ah, ok, dice la signora, e ci suggerisce un laghetto poco lontano. Saluta e se ne va.
Ci andiamo, si butta l'idrofono e si ascolta: è LUI! IL PELOBATE!
CLOK... CLOK... CLOK... come questo, http://www.anfibi.org/index.php/i-canti-degli-anfibi
Uaoh! Uno stagno temporaneo, con parvenze da laghetto, ma di vegetazione acquatica non ce n'è, bene, però, circondato da palazzine e strade abbastanza trafficate, un postaccio, verrebbe da dire!
Ma non si poteva certo racconatrlo al popolo anfibio. Gli smeraldini venivano a guardare da vicino i due giganteschi anuri accovacciati, dagli occhi sbarrati quanto i loro, e le ondate di GREGREGREGREGREGRE delle raganelle ci aiutavano a dimenticare che, di giorno, lì, saremmo stati circondati da una folla curiosa, e forse, portati dallo sceriffo.
Buttiamo l'idrofono in cinque punti diversi, i pelobati sono almeno tre! Od almeno, tre che cantano al momento. E non cantano tutti uguale, maschi e femmine forse. E perchè si sa così poco di loro? Mica tanta gente va in giro con l'idrofono, dev'essere un buon motivo.
Ovviamente le cuffie non funzionano bene, ma i pelobati si ascoltano anche in mono.
Al piano di sopra, smeraldini e raganelle, negli abissi, il pelobate. L'acqua e l'estensione dello stagno non ci permettono di fare molto. In realtà avevamo dimenticato in macchina tutto tranne l'idrofono, e , forse, le teste. E non volevamo andare via.
Con l'ultimo lancio, scherzosamente ho detto che abbiamo colpito un pelobate in testa, da quanto doveva essere vicino. E proprio così no, ma quando il cantore più vicino si faceva sentire, faceva male all'orecchio. GRò.... pu... pu... pu... clo... clo... clo... GRò ...Grò... Grò
Noooh, ma non è possibile!
Ci ascoltiamo qualche registrazione in macchina.
I pelobati francesi emettono dei CLOCK più distanziati, e la rana dalmatina può emettere note simili. Ma in un'ora e mezza le avremmo viste, e ci sarebbero anche ovature n giro, no?. Ci sono ancora maschi di dalmatina in giro, ma l'habitat, bah! Che sia la Rana di Lataste?
Si torna a casa, un grosso anuro non identificato ci si para davanti. Scendo. Sparito. Un pelobate gigante? Bello immaginarlo
. E stanotte ho sognato pelobati ovviamente.
Telefono in Museo, dopo aver inviato un laconico sms all'una di notte. Ma poi, come fa la rana di Lataste? Miagola....
Il Pelobate è vivo e lotta con noi